Esiste un momento, proprio prima di darsi da fare in una sessione di allenamento, in cui ti lasci accarezzare dall’idea di cedere alle tentazioni di beato ozio che il divano continua a lanciarti. Probabilmente forse ancora non hai ancora assimilato l’idea che per te, mettere le scarpette e andare a correre, ormai non è più una cosa così tanto straordinaria, specialmente se ripensi a tutto quello che da un paio d’anni a questa parte sei riuscito a concretizzare! Ormai non dovresti più avere dubbi sulle tue capacità, e incominci a ripeterti che se ce l’hai sempre fatta fino ad ora a conquistare i tuoi obbiettivi, non vedi perché la sessione che ti accingi a fare potrebbe essere diversa!
A questo punto allora cerchi di non pensarci, metti l'”automatico”, spegni la mente e ti butti alle spalle tutti i tuoi dubbi e le tue ansie. Incominci a prepararti aiutandoti con i tuoi rituali: ti cambi, crono al polso, scarpette belle allacciate, un ultimo sguardo allo specchio, e poi si esce per il riscaldamento e lo stretching, accertandosi prima di aver ben chiuso la pota e di aver messo le chiavi al sicuro nel taschino dei pantaloni!
Quando finalmente poi sei riuscito a metterti in strada, riesci ancora una volta a sorprenderti, rendendoti fin da subito conto che in effetti la cosa non era poi così difficile come credevi; le gambe vanno da sole senza necessità di essere troppo incalzate. Magicamente ti trovi proiettato in una dimensione in cui riesci a sfidare, e a sconfiggere per l’ennesima volta, i tuoi peggiori pregiudizi su te stesso! Una dimensione dove riesci a vincere le false scuse sulla presunta “impossibilità” di correre su strada dalle tue parti, perché i percorsi esistono se solo si ha la voglia di scoprirli e perseguirli. Una dimensione dove scopri che l’insicurezza di “correre da soli” è del tutto immotivata, che puoi bastarti da solo, perché in fondo per correre hai con te tuo ciò che ti serve! Una dimensione dove il dolore non esiste più perché la perseveranza dell’allenamento si è dimostrata decisiva! Una dimensione dove l’unica musica che ti piace ascoltare in quei momenti, è il ritmo costante del tuo respiro in sincrono con l’unico passo di danza che hai imparato a fare, ovvero mettere un piede davanti all’altro! Una dimensione dove il pensiero delle distante che credi impossibili dei chilometri che devi percorrere, invece, si trasforma in un semplice susseguirsi di numeri; uno, due, cinque, dieci, …, venti! Una dimensione dove la sfida di “sopravvivere” alle intemperie del freddo, si può superare, coperti il giusto e con i primi 10 minuti di corsa! Una dimensione dove scopri che il migliore compagno che puoi trovare in una calda giornata di acquazzone estivo, in fondo, è solo un buon cappellino con visiera. Una dimensione dove il pensiero dell’essere diviso, tra il vivere il peso del passato ingombrante e l’ansia per l’incertezza di un futuro precario, è sostituito da un unico e perentorio presente di presenza a se stessi! Una dimensione dove il pesante pensiero dei propri problemi si ridimensiona, e anche se non smettono di certo di esistere, magicamente si alleggerisce, si sgonfia di tutti i falsi costrutti, delle frustrazioni che ci si carica sopra, permettendoti di ritrovare un nuovo equilibrio più reale, ma anche più sostenibile!
Scopri dentro di te un’energia impensabile, e sei capace ancora di sorprenderti quando diventa quasi incontenibile, anche dopo una una quantità di minuti e chilometri che ancora fai fatica a dare un senso!
Vivi tutto questo, e molto altro ancora, fino a che concluso il giro ti torna in mente l’immagine del divano che hai lasciato, e non perché lo stai ancora agognando, ma bensì perché scopri di averlo ancora una volta sconfitto, e con lui anche il resto di tutti i tuoi incrollabili dubbi! Assapori ancora per qualche momento, qualche attimo, degli istanti di profondo orgoglio personale. Sì, perché benché hai la consapevolezza che le prestazioni e le pretese atletiche siano ben lungi da essere da primato, dopo i 15kg persi, le centinaia di chilometri macinate e le imprese affrontate – che fino a qualche anno fa avresti creduto anche solo impensabili – puoi tuttavia affermare che qualche più che bella soddisfazione te la sei pur tolta!
Ed è questo in definitiva quello che continua a motivarmi a proseguire: ho iniziato neanche sapendo che cosa stessi facendo e dove sarei arrivato… e ora, letteralmente strada facendo, un passo-dopo-l’altro, sto scoprendo un tesoro inaspettato che mi ha riaperto alla vita! Perché se può essere vero che ci sia stato un tempo in cui ho smesso di vivere, da quando ho incominciato a correre, sono semplicemente rinato alla vita, entusiasta e curioso di scoprire quali altre formidabili mete potrò raggiungere! 😉
Marcello Fierro